Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2067/606
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dc.contributor.authorMartore, Paolo-
dc.date.accessioned2008-11-19T08:51:06Z-
dc.date.available2008-11-19T08:51:06Z-
dc.date.issued2008-11-19-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2067/606-
dc.descriptionDottorato di ricerca in Memoria e materia delle opere d’arte attraverso i processi di produzione, storicizzazione, conservazione, musealizzazioneit
dc.description.abstractLa facile constatazione dell’intreccio in pieno divenire tra estetica e tecnologia, inizia solo ultimamente a rivelarsi in tutta la sua pervasività e ricchezza. Il virtuale, il digitale, il cibernetico palesano una realtà che è al tempo stesso frutto e innesco di un outillage intellettuale in mutazione. Per non mettere agli occhi del conservatore una lente inadatta a vedere la strada lungo cui si muove, bisogna ottimizzare la prospettiva: occorre cioè sgombrare il campo da qualsiasi presunzione di arte come categoria generale e dispiegare invece una molteplicità discontinua di pratiche singole, tra loro differenti, e radicate in una specifica tecno-logica. Il dibattito sulla Conservazione ha finora registrato sul fronte dell’arte contemporanea più d’uno scacco: aporie e problemi di metodo che verosimilmente vanno imputate al venir meno sul piano speculativo della tenuta degli strumenti teorici, forgiati su fenomeni artistici e concezioni estetiche ancora molto preoccupate dal ritrovamento di un significato, dell’espressività soggettiva dell’autore e non investite dalla consapevolezza dell’«era della tecnica. Quale ambito preferenziale, si sceglie di condurre l’indagine su fenomeni artistici, in larga parte (ma non in toto) ascritti o collegabili dalla storiografia all’Arte cinetica, attraverso esponenti emblematici e su quei lavori che, grazie alle loro caratteristiche di polimatericità, movimento, effetti luminoso-sonori ed infine di interattività, performatività e automazione risultano tecnologicamente significativi e quindi inespugnabili dai modelli di decrittazione che sorvolano o attraversano distrattamente la dimensione tecnologica. Le opere cinetico-visuali, capaci di tematizzare esteticamente il tempo, in effetti introducono ad una nuova condizione antropologica segnata dalla crisi dell’identità e dall’estensione della cultura dell’ibridazione a tutte le forme dell’attività umana. Per cogliere il senso di questa produzione non importa molto riferirsi agli autori o alle tematiche,uanto ai dispositivi e alle loro caratteristiche funzionali. La presente ricerca, infatti, è volta ad indagare se e come la funzionalità dell’oggetto, espressione di un livello tecnologico determinato, contribuisca a (ri)modulare il concetto di autenticità dell’opera d’arte e quali ricadute di questo processo coinvolgano la sua identità. Attraverso lo studio di tale costrutto teorico si passano al vaglio le questioni operative poste alla Conservazione, prima fra tutte la sostituzione, quale risposta istintiva all’obsolescenza, che apre sempre all’opzione di un miglioramento tecnologico e che aspetta di patteggiare un compromesso per il rispetto della natura estetica e storica dell’oggetto/fatto artistico.it
dc.description.abstractThe continuously evolving bond between aesthetic and technology gathers phenomena like the Kinetic Art, Video-Art, Digital-Art, Net Art, Cybernetics etc. This link makes clear the vast range of the technological dimension, that represents a better level of study, stronger than every other classification in the contemporary field. The inherent properties of the tecno-sphere (automation, reproducibility, functionality, interactivity etc) have the power to incessantly mobilize the notions of identity and authenticity of the work. The immediate collateral effect of this great settlement motion is the paradox for which, while the technological irruption enriches the matter, definitive art de-materialization hypothesis strikes the observer, confused by work’s inconsistency within his own expectations. Any attempt to identify and describe an artistic object without considering the idea of technological device is underdog. At the present time, the strategies of Conservation for the Contemporary art adopt a decision making model mostly voted to the recovery of the original meaning of the artistic text. But many times such guideline however does not fit with typical problems of technologically complex art. This paper then propose to check the use of the concepts of artistic statute and author’s intention, in order to balance them with the notion of cultural identity, connection of the artwork with the production and reception practises. The target is therefore to reach to a theoretical premise for the definition of a modernized operating protocol of extended effectiveness, helpful in a technology-based art context.en
dc.language.isoiten
dc.publisherUniversità degli studi della Tuscia - Viterboit
dc.relation.ispartofseriesTesi di dottorato di ricerca. 19. cicloit
dc.subjectConservazioneit
dc.subjectArte contemporaneait
dc.subjectTeoriait
dc.subjectArte e tecnologiait
dc.subjectConservationen
dc.subjectContemporary arten
dc.subjectTheoryen
dc.subjectArt and technologyen
dc.subjectL-ART/03it
dc.titleLa conservazione delle opere cinetico-visuali di arte contemporaneait
dc.title.alternativeConservation of contemporary kinetic artworksen
dc.typeDoctoral Thesisen
item.fulltextWith Fulltext-
item.openairetypeDoctoral Thesis-
item.cerifentitytypePublications-
item.grantfulltextopen-
item.languageiso639-1it-
item.openairecristypehttp://purl.org/coar/resource_type/c_18cf-
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