La società con azioni diffuse fra il pubblico in misura rilevante: disciplina ancora in cerca di fattispecie

Abstract

Con la recente modifica del Regolamento Emittenti, la Consob ha significativamente modificato i criteri per la individuazione degli emittenti strumenti finanziari che, ancorché non quotati in mercati regolamentati italiani, sono diffusi tra il pubblico in misura rilevante. Così facendo, la Consob ha altresì inciso sul perimetro della nozione di società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, le cui azioni, ancorché non quotate, sono diffuse fra il pubblico in misura rilevante (c.d. “società aperte non quotate”). Nella disciplina anteriore al testo unico dell’intermediazione finanziaria, la Consob avrebbe potuto disporre la quotazione d’ufficio delle società le cui azioni fossero abitualmente e largamente negoziate. Con la riforma societaria del 2003, volendo appagare un analogo bisogno di protezione, si è inteso imporre alle società aperte non quotate regole caratterizzate da un maggior grado di imperatività. L’analisi della regolazione secondaria di recente introduzione, nella quale per molti aspetti l’assunzione dello status di società aperta non quotata viene fatta dipendere dalla volontà dell’emittente, anziché dall’effettivo ricorso al mercato del capitale di rischio e dal conseguente mutamento qualitativo nella composizione dell’azionariato, lascia emergere ipotesi normative nelle quali al riconosciuto status di società aperta non quotata non corrisponde alcun effettivo bisogno di protezione ed altre nelle quali al bisogno di protezione non corrisponde l’acquisizione dello status di società aperta non quotata.