Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2067/1106
Title: Ritorno all'ordine e 'ritorno al mestiere': fortuna della tempera e recupero dell'encausto nell'arte italiana tra le due guerre
Other Titles: Return to Order and 'Return to Craft': the revival of tempera and the recuperation of encaustic painting in Italian Art between the two World Wars
Authors: Vacanti, Salvatore
Keywords: Ritorno al mestiere;Tempera;Encausto;Arte italiana 20. secolo;Return to craft;Encaustic painting;Italian art 20th century;L-ART/03
Issue Date: 15-Mar-2010
Publisher: Università degli studi della Tuscia - Viterbo
Series/Report no.: Tesi di dottorato di ricerca. 21. ciclo
Abstract: 
Il lavoro di ricerca è rivolto al fenomeno del 'ritorno al mestiere', nell'intento di precisarne i contorni all'interno del più ampio orizzonte culturale del Ritorno all'Ordine, di cui costituisce uno dei principali cardini ideologici. Partendo dall'articolata riflessione condotta da Giorgio de Chirico nell'omonimo saggio Il ritorno al mestiere nel 1919, che ha il suo coronamento nel Piccolo trattato di tecnica pittorica del 1928, viene innanzitutto analizzata la fortuna della tecnica a tempera nei primi anni Venti, delineando un excursus che la vede passare dalla pittura da cavalletto alla pittura murale all'inizio degli anni Trenta. Contemporaneamente viene indagato lo sviluppo dell'interesse per l'antica tecnica dell'encausto, connesso all'enfasi generata dalla ripresa degli scavi nei siti archeologici di Pompei ed Ercolano, che dà luogo tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta a un dibattito dalla doppia valenza teorica e pratica. In quest'ambito l'indagine si concentra sulla ricerca e la sperimentazione operate in particolare da Ferruccio Ferrazzi e Corrado Cagli. In un confronto che coinvolge le fonti scritte, le testimonianze orali e le indagini correlate ai restauri delle opere di alcune figure-chiave del periodo tra le due guerre mondiali, si ripercorre perciò lo sviluppo del recupero 'novecentesco' di queste tecniche del passato, rivelandone gli approcci talora fantasiosi e poco filologici, nelle loro interconnessioni con il dibattito artistico del periodo e con la politica culturale del regime fascista che si va affermando. Un'analisi da cui affiora un approccio 'etico' nei primi anni Venti, che accomuna il recupero dechirichiano della 'tempera grassa' a quello operato da altre figure di artisti (Felice Casorati, Carlo Levi, Gianfilippo Usellini, Alberto Savinio, Corrado Cagli, Afro Basaldella) fino all'aprirsi degli anni Trenta, poiché inteso come recupero della purezza dell'arte dei 'primitivi' in tutti i suoi aspetti (cioè non solo stilistico-formale ma anche tecnico-esecutivo), in un clima di superamento delle avanguardie storiche e di 'ricostruzione' dei valori dell'arte. Si mette dunque a fuoco come il 'ritorno al mestiere'] pervenga successivamente ad un approccio più ideologico, soprattutto a partire dai primi anni Trenta con il dibattito sulla 'rinascita della pittura murale', che coinvolge sia l'uso della tempera (intesa come 'tecnica italiana' da Savinio) che dell'encausto, da molti ritenuta erroneamente la tecnica della pittura pompeiana, quest'ultima anche in connessione con il recupero dell'idea di romanità operato dalla cultura di regime.

This study examines the “Return to Craft” phenomenon within the wider cultural horizon of the Return to Order of which it represents one of the principal ideological aspects. The success tempera enjoyed at the beginning of the 1920s is analysed through an initial consideration of Giorgio de Chirico’s extensive reflection on the subject in his 1919 essay by the same name, Il ritorno al mestiere (Return to Craft), a theme he developed definitively in his Piccolo trattato di tecnica pittorica (Small treatise on painting technique) in 1928. Additionally, the subsequent transfer of tempera from easel to mural painting, which occurred at the end of the 1920s and the start of the 1930s, is taken into consideration. The growing interest for the ancient painting technique of encaustic, inspired by the recommencement of excavations in Pompei and Ercolano, is also investigated, as well as how this interest gave way to a debate on the subject which dealt with both theory and practical aspects at the end of the 1920s and beginning of the 1930s. In this perspective particular attention is afforded to Corrado Cagli and Ferruccio Ferrazzi’s research and experimentation. The material examined in this study includes written sources, oral testimony and research correlated to the restoration of artworks of a number of key figures from the period between the two World Wars. The study reveals a rather inventive and unphilological approach within the early Twentieth Century’s recuperation of these ancient techniques in relation to the artistic debate going on at the time and to the increasingly dominant Fascist political cultural policy. At the start of the 1920s, an approach that can be defined as “ethical” is common to both Giorgio de Chirico’s recovery of oil tempera emulsion and that of other artists (Felice Casorati, Carlo Levi, Gianfilippo Usellini, Alberto Savinio, Corrado Cagli, Afro Basaldella), insomuch as it was intended as a revival of the purity found in Italian Primitive Art. This recuperation continued until the start of the 1930s and comprehended not only stylistic and formal elements but also technical and operative aspects, in a cultural climate where the historic avant-garde was being surpassed and Art’s values “rebuild”. Focus is put onto how the “Return to Craft” succeeded an initially ideological approach, especially at the beginning of the 1930s with the debate regarding the “resurgence of mural painting” which involved both the use of tempera (which Savinio called “Italian technique”) and encaustic painting, which many erroneously believed to be the technique used for the Pompeian wall paintings. The recuperation of encaustic painting is also examined in relation to the recovery of Roman ideals undertaken by the cultural regime.
Description: 
Dottorato di ricerca in Memoria e materia delle opere d'arte attraverso i processi di produzione, storicizzazione, conservazione, musealizzazione
URI: http://hdl.handle.net/2067/1106
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