Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2067/1028
Title: Disaster Risk Management of Cultural Heritage
Other Titles: La Gestione dei Rischi del Patrimonio Culturale
Authors: Menegazzi, Cristina
Keywords: Museum;Risk;Management;Catastrophe;Preventive conservation;Museo;Rischio;Gestione;Catastrofe;Conservazione preventiva;L-ART/04
Issue Date: 15-Mar-2010
Publisher: Università degli studi della Tuscia - Viterbo
Series/Report no.: Tesi di dottorato di ricerca 20. ciclo
Abstract: 
The risk management of cultural heritage is a topic that has been confronted in a systematic, methodological and theoretical manner at an international level only in the last 15 years. In the research undertaken, the historical origins and the evolutionary processes of preventive conservation are examined. This complex discipline encompasses not only climatic and environmental factors, but also those connected to safety, so as to arrive at an integrated disaster risk management.
The research is subdivided into four chapters.
The first chapter: “The Research”, presents the objectives of the research and its general context. The aim, limits and organisation of the research work are highlighted. The selection has favoured qualitative methods and the support of case studies. The research being at international level, texts and publications in various foreign languages have been taken into consideration. It presents techniques for collecting data, making it clear in which cases reference was made to direct observations on the field, rather than to interviews or access to documents in libraries, research centres, documentation centres, museums and the like. The theory has served to determine a conceptual apparatus to identify major interpretive frameworks for observation and comparison of case studies. The methodology takes into consideration the choices made to carry out the research, such as a balanced geographical selection of case studies, and defines the types of museums and heritage sites under consideration.
The second chapter: “Preventive Conservation versus a Disaster Risk Management”, presents the historical origins of preventive conservation, and how this discipline has found it’s positioning with respect to restoration. Several conferences and important courses that have helped this discipline to evolve over time have been listed. This is followed by an intentionally brief explanation of the different factors of deterioration that interact upon the cultural heritage. Methods of measuring and controlling each of these factors have been identified. At the end of the second chapter, the concept of risk management applied to cultural heritage is introduced, outlining some techniques for identifying and analysing these risks.
The third chapter: “Review of Theory and Practice”, presents the theoretical and practical concepts of risk management, applied to cultural heritage. Terms such as “disaster”, “risk”, “vulnerability”, “probability” and “integrated management” are defined, as well as others specific to disaster risk management. It then introduces the perception of risks and analysis of the local situation in sociological, psychological and anthropological terms in relation to the cultural heritage. Various stages in the cycle of integrated emergency management are taken into account: “risk prevention and perparedness” being preventive actions to be implemented to avoid or minimise the impact and severity of catastrophes; “risk readiness” being immediate actions to confront the situation caused by the catastrophe; “risk response” being the coordination of actions aimed at minimising the devastating effects created by the catastrophe; and “risk recovery” being the programme of actions to rectify the situation prior to the catastrophe (restoration, reconstruction, stabilization, rehabilitation, etc.). Given the vastness of the topic, the research has given priority to "risk prevention", identifying several examples of risk assessment and mitigation measures.
The fourth chapter: “Case Studies” , presents the cases studies themselves. The choice of case studies was a reasoned choice, not based on statistical criteria. About a dozen case studies, in various regions of the world, were chosen, to represent a range of direct and secondary disasters such as earthquakes, fires, floods, wide scale pest infestations etc. These are presented, described and analysed, in each aspect regarding the key concepts identified in this theory. The case studies gave me the chance to investigate sectors outside my specialisation. Scientific exchange with fellow architects, sociologists, biologists, botanists, conservators, engineers, firefighters, physicians etc, have enriched the contents.
The research is also accompanied by a series of annexes, most of which I have developed personally. There are also forms for the identification and analysis of risk management of cultural property, as well as a bibliography, web references, lists of conferences and courses relevant to the thesis, papers and international recommendations, etc.

La gestione dei rischi del patrimonio culturale è un argomento che è stato affrontato a livello internazionale in maniera sistematica, metodologica e teorica solamente negli ultimi 15 anni. Nella ricerca svolta si presentano le origini storiche e i processi evolutivi della conservazione preventiva come disciplina complessa che ha incluso nel suo percorso non solo gli aspetti climatici e ambientali ma anche quelli legati alla sicurezza fino ad arrivare alla gestione integrata dei rischi.
Il lavoro si suddivide in 4 capitoli.
Il primo capitolo: “La Ricerca”, presenta gli obbiettivi della ricerca e il suo contesto generale. Vi vengono evidenziati lo scopo, i limiti e l’organizzazione del lavoro di ricerca. La scelta ha privilegiato i metodi qualitativi e il supporto di casi di studio. Trattandosi di una ricerca svolta a livello internazionale sono stati presi in considerazione testi e pubblicazioni in varie lingue straniere. Si presentano le tecniche di raccolta dei dati esplicitando in quali casi si è fatto riferimento ad osservazioni dirette sul campo, piuttosto che a interviste o a consultazione di documenti in varie biblioteche, centri di ricerca, centri di documentazione, musei ed altro. La teoria è servita a determinare un apparato concettuale per identificare le principali griglie di lettura per l’osservazione e la comparazione dei casi di studio. La metodologia rende conto delle scelte operate per svolgere la ricerca determinando come viene ripartito l’equilibrio geografico della rappresentatività dei casi di studio; definendo le tipologie di musei e siti patrimoniali presi in esame.
Il secondo capitolo: “La Conservazione Preventiva versus la Gestione dei Rischi”, presenta, in primo luogo, le origini storiche della conservazione preventiva e come questa disciplina ha trovato un suo posizionamento rispetto al restauro. Sono elencate in maniera non esaustiva alcune delle conferenze e esperienze formative chiave che hanno portato questa disciplina ad evolvere nel tempo. Segue una spiegazione volutamente contenuta dei vari fattori di degrado che integragiscono con il patrimonio culturale. Si sono identificati i metodi di misurazione e di controllo di ognuno di questi fattori. Alla fine del secondo capitolo si comincia ad introdurre il concetto di gestione dei rischi applicata al patrimonio culturale evocando alcune tecniche di identificazione ed analisi dei rischi.
Il terzo capitolo: “Revisione della Teoria e della Pratica”, presenta i concetti teorici e pratici della gestione dei rischi applicata al patrimonio culturale. Vengono definiti i termini come “disastro”, “rischio”, “vulnerabilità”, “probabilità”, “gestione integrata” ed altri tipici della gestione integrata dei rischi. Si introduce in seguito la percezione dei rischi come presa di coscienza e analisi della situazione locale dal punto di vista sociologico, psicologico e antropologico in relazione ai beni culturali. Sono considerate diverse fasi nel ciclo di gestione integrata: la “prevenzione dei rischi” come insieme di azioni preventive da mettere in atto per evitare o minimizzare l’impatto e gravità delle catastrofi; il “confronto diretto con il rischio” come insieme di azioni di attacco immediato della situazione provocata dalla catastrofe; la “risposta a corto termine” come coordinamento di azioni mirate a minimizzare gli effetti devastanti creati dalla catastrofe nei confronti dei beni culturali; ed il “recupero a lungo termine” come programma di azioni atte a ristabilire la situazione precedente alla catastrofe (restauri, ricostruzioni, stabilizzazioni, etc.). Considerata la vastità del tema, la ricerca ha trattato con priorità la fase di “prevenzione dei rischi”.
Il quarto capitolo: “Casi di Studio”, presenta i casi di studio. La scelta dei casi di studio è stata una scelta ragionata e non quindi sulla base di un criterio statistico rappresentativo. Sono stati selezionati poco più di una decina di casi di studio in varie regioni del mondo rappresentando un ventaglio di tipologie di catastrofi dirette e secondarie quali i terremoti, gli incendi, le innondazioni, le infestazioni massive, etc. Essi sono presentati, descritti e analizzati in ogni loro aspetto rilevante riguardo i concetti chiave identificati nella presentazione teorica.
La ricerca è inoltre corredata da una serie di allegati, parte dei quali sono stati sviluppati della dottoranda. Vi compaiono schede di identificazione e analisi dei bisogni nell’ambito della gestione dei rischi dei beni bulturali, così come una bibliografía, una webgrafia, liste di conferenze e formazioni attinenti al tema della tesi, Carte e raccomandazioni internazionali, etc.
Description: 
Dottorato di ricerca in Memoria e materia delle opere d'arte attraverso i processi di produzione, storicizzazione, conservazione, musealizzazione
URI: http://hdl.handle.net/2067/1028
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