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COX MUSEUM

James Cox fu un gioielliere molto famoso nel XVIII secolo. I suoi gioielli, assai particolari, sembravano delle piccole sculture rivestite d'oro e d'argento, impreziosite con delle gemme. Alcuni avevano al loro interno dei particolari meccanismi che ne permettevano il movimento. Cox iniziò la sua attività nel 1751 e la sua arte si diffuse ben presto anche all'estero, specialmente in Oriente. Il mercato cinese accolse a braccia aperte le sue bizzarre creazioni che venivano acquistate anche dai mandarini, tanto che fu costretto ad assumere quasi mille artigiani per ampliare la produzione1. La grande quantità di gioielli che Cox spedì in Cina finì per saturare il mercato e questo provocò una caduta dei prezzi dei prodotti. Il gioielliere si trovò in crisi monetaria, tanto da essere costretto a vendere all'asta alcuni oggetti da lui stesso creati.

All'inizio del 1772 James Cox (non ancora sull'orlo del fallimento) aprì una mostra nella Great Room negli Spring Gardens. Vennero esposte ventitré delle sue opere più importanti ed insolite, per un valore complessivo di £197.0002. L'ingresso costava 10 shillings and sixpence3. Nonostante il prezzo del biglietto fosse accessibile soltanto ai più facoltosi, il Cox Museum fu il luogo più famoso di Londra per circa tre anni e fu talmente visitato che il gioielliere, per motivi di sicurezza, fu costretto a porre un limite al numero di persone che potevano entrare ogni giorno.

Oltre ai gioielli, un'attrazione era costituita dalla struttura stessa del museo. La Great Room misurava 58 per 44 piedi (circa 17,5 per 13,5 metri) e serviva anche da sala da concerti (nel 1764 Johann Christian Bach vi diresse un concerto e anche Mozart vi suonò). La stanza era decorata secondo il gusto personale di Cox: sul soffitto dei dipinti in chiaroscuro rappresentavano le arti liberali4 (sette precetti insegnati nel Medioevo divisi rispettivamente in Trivio e Quadrivio: grammatica, dialettica, retorica, aritmetica, geometria, musica, astronomia) e cinque lampadari di cristallo illuminavano l'edificio. Gli oggetti, protetti da delle sbarre, erano valorizzati dalla presenza di tende color rosso carminio.

Era possibile ammirare un cigno d'argento dal collo finemente lavorato che scivolava su una superficie di "acqua artificiale" oppure un particolare orologio in cui allo scoccare delle ore un pavone apriva la coda  mentre contemporaneamente un gallo cantava, un gufo chiuso in una gabbia volava in tondo e dodici campane suonavano. Cox amava rappresentare anche animali esotici come rinoceronti sorretti da pietre d'oro e tartarughe d'argento scintillante. Una creazione di grande spicco era costituita da sedici elefanti sorretti da templi alti 7 piedi (circa 2 metri). I piccoli santuari erano decorati con 1.700 gioielli5.

 

 

 

 

 

 

1 www.bopcris.ac.uk/bop1688/ref1570.html ultima consultazione 05 febbraio 2007.

2 Altick, The Shows of London, p. 69.

3 Burney, Evelina, 2004, nota 132, p. 464.

4 Dizionario Enciclopedico Universale, Firenze, Le Lettere, 1998, volume I, p. 94.

5 Altick, The Shows of London, pp. 69-70.