VAUXHALL GARDENS
Aperto nel 1661 da Samuel Morland1 con il nome di New Spring Gardens per distinguerlo dagli Old Spring Gardens in Charing Cross2, con il suo territorio di ben 12 acri3 Vauxhall Gardens fu il più famoso pleasure garden di Londra. Nel corso di due secoli (chiuse i battenti nel 1859), cambiò più volte gestione. Dal 1729 al 1767 sotto la guida dell'imprenditore Jonathan Tyers questi giardini conobbero il momento di maggior splendore. In quel periodo ne crebbe la fama all'interno dell'élite londinese, tanto che addirittura il Principe di Galles fu un assiduo frequentatore; tuttavia i Vauxhall Gardens erano molto popolari non soltanto tra i nobili, ma in tutte le classi sociali4.
Furono aperti sulla riva sud del Tamigi. Un imbarcadero fu inizialmente l'unico punto d'accesso. L'entrata era gratuita poiché il guadagno era assicurato dal servizio di affitto delle barche che traghettavano i clienti a sei penny a viaggio e dalla vendita di vari refreshments5. Dopo il 1750 con la costruzione del Westminster Bridge fu possibile scegliere se raggiungere i giardini via terra o via fiume6. In seguito al successo del "Ridotto al Fresco" del 7 Giugno 1732 in cui gli ospiti pagarono l'ingresso una ghinea, il prezzo del biglietto fu ridotto ad uno scellino per permettere anche alle persone appartenenti ai ceti meno abbienti della società di entrare nei giardini. Per i frequentatori più affezionati Tyers creò "a one guinea season ticket" fatto d'argento che, come dice il nome stesso, permetteva l'ingresso per l'intera stagione al prezzo di una ghinea7.
Non appena entrati i clienti si ritrovavano nel Grove, la parte centrale dei Vauxhall Gardens, dedicata all'orchestra. La vista era subito catturata dalla statua del compositore Händel, commissionata dallo stesso Tyers allo scultore Louis François Roubiliac, la quale spiccava sia per bellezza che per particolarità. Non si trattava certamente di una scultura comune: oltre ad essere ad altezza naturale, ritraeva l'artista non in veste formale, ma in un momento di relax, con tanto di vestaglia8.
Il Grove era composto da un quadrato
di circa cinque acri delimitato da cinquanta supper-boxes9.
Questi ultimi erano dei piccoli chioschi in cui ci
si poteva sedere e riposarsi bevendo e mangiando qualcosa. Ogni box
poteva contenere circa dieci o dodici persone10 ed era decorato con opere di Francis Hayman, alcune delle quali prendevano
spunto da quadri del rinomato pittore William Hogarth. Numerose scene erano
tratte da commedie11. Queste non erano però le sole raffigurazioni che era
possibile vedere ai Vauxhall. Grazie ai pannelli disposti su tutto il
territorio, i giardini potevano essere
considerati un'esposizione a cielo aperto. I dipinti erano posizionati sia nell'ampio
spazio verde, sia in
luoghi specifici come, ad esempio, alla fine della South Walk, dove attraverso tre archi si vedeva un
tempio con Nettuno circondato da tritoni. Dietro molte di queste opere (molte delle
quali erano trompe l'oeil) erano
posizionate delle lampade che davano un particolare effetto di trasparenza12.
Una delle principali caratteristiche del pleasure garden erano i viali che si snodavano al suo interno. Particolarmente conosciute per gli incontri che vi avevano luogo erano la Dark Walk, la Druid Walk e la Lover's Walk . I Vauxhall Gardens erano infatti noti soprattutto per i sexual intrigues che nascevano nei walks, tanto che non erano considerati indicati alle ragazze che volevano conservare la propria virtù13. Tutti sapevano che lì era possibile fare ogni sorta di incontri tanto che, tra un punch e un tè, era possibile vedere «ladies of doubtful morals sauter among the trees with gold watches dangling from their necks as a token of their trade»14. L'intera superficie dei giardini era un susseguirsi di alberi, statue, archi, colonnati e rovine artificiali; per mostrarli ai clienti in tutto il loro splendore (e per metterne in risalto le numerose attrazioni) vennero disposte migliaia di lampade, così da conferire un'aria importante e magica. Le uniche zone che restavano in penombra erano appunto i walks che «Mr Tyers has very prudently shut up to prevent indecencies»15.
Nella metà del 1700 Tyers fece
costruire una Rotunda per salvaguardarsi dalla concorrenza del Ranelagh,
il pleasure garden situato a Chelsea che nel 1742 spopolò proprio grazie alla
costruzione di una struttura simile. Inizialmente la Rotunda fu concepita come concert
room circolare per evitare che i clienti si bagnassero nei giorni di pioggia,
ma ben presto diventò la caratteristica architettonica saliente dei Vauxhall. Disegnata da
George Michael Mose16 e conosciuta anche con il nome di Great Room17,
vantava un diametro di ben settanta piedi (circa ventuno metri). Fu interamente
costruita da artigiani francesi ed italiani secondo il gusto rococò. Il
soffitto era abbellito con immagini floreali che terminavano in un solo punto ed
era costruito in modo da assicurare un'acustica perfetta. Le sedici finestre a
ghigliottina erano elegantemente decorate e permettevano all'ospite che si
trovava al centro del padiglione di riflettervisi come in uno specchio. Sotto
ognuna di esse era posta la statua di un personaggio famoso. Al centro della
stanza faceva bella mostra di sé un imponente lampadario di undici piedi di
diametro (circa tre metri), con tre serie di bracci su cui splendevano ben
settantadue candele. Altre candele, sostenute da rose artificiali, erano
disposte lungo tutta la circonferenza interna18. I Vauxhall Gardens erano noti anche
per i concerti tenuti al loro interno. L'accompagnamento musicale era
fondamentale, tanto che il centro del Grove era dedicato all'orchestra. In
questo modo era possibile sentire la musica in ogni punto del pleasure garden.
Nei
periodi di cattivo tempo i concerti erano garantiti dallo spostamento nella Rotunda. Nel 1737
nella parte centrale dei giardini venne installato un organo che ne aumentò la fama.
La stagione di apertura dei giardini iniziava a maggio per finire nel mese di settembre; era possibile visitarli tutti i giorni tranne la domenica19. I cancelli venivano aperti alle 19 in punto 20 e i numerosi ospiti potevano intrattenersi ascoltando buona musica, passeggiando o ammirando le meraviglie offerte dalla struttura stessa. Dalle 21 era possibile accomodarsi nei boxes per il supper. Oltre a tè, caffè e vino (quest'ultimo impossibile da trovare al Ranelagh), gli ospiti potevano gustare pollo freddo e punch. Il piatto forte dei Vauxhall era «a plat of ham cut so thin you could read through it»21. Sempre alle 21, ogni sera, una campana suonava e una voce urlava «Take care of your pockets»22. A quel suono alla fine di un viale nella parte nord dei giardini era messa in funzione la "tin cascade", cascata artificiale fatta di piccole strisce di stagno che, riflettendo lo scintillio delle luci che la incorniciavano, dava l'immagine della discesa dell'acqua. Dietro era situato un mulino, la cui ruota girava proprio grazie al movimento del finto flusso23. L'attrazione era molto rinomata poiché la si poteva vedere soltanto per pochi minuti24.
Grazie alle sue attrattive così
numerose e varie, Vauxhall divenne un sinonimo di "pleasure garden", tanto da
prestare il nome a numerosi altri giardini, tra i quali anche i Bath’s Spring
Gardens Vauxhall, situati nella vicina città di Bath25.
1 www.heyerlist.org/theconvinientmarriage/Vauxhall.htm ultima consultazione 5 febbraio 2007.
2 www.vauxhallandkennington.org.uk/sgdetail.shtm ultima consultazione 5 febbraio 2007.
3 Burney, Evelina, 2000b, nota 193, p. 439.
4 http://en.wikipedia.org/wiki/Vauxhall_Gardens ultima consultazione 5 febbraio 2007.
5 Altick, The Shows of London, p. 94.
6 www.vauxhallandkennington.org.uk/sgdetail.shtm
7 www.vauxhallgardens.com/vauxhall_gardens_briefhistory_page.html
ultima consultazione 5 febbraio 2007.
8 www.vauxhallgardens.com/vauxhall_gardens_briefhistory_page.html
9 Burney, Evelina, 2000b, nota 193, pp. 439-440.
10 www.vauxhallgardens.com/vauxhall_gardens_briefhistory_page.html
11 Burney, Evelina, 2000b, nota 193, pp. 439-440.
12 Altick, The Shows of London, p. 95.
13 www.jasa.net.au/london/parks.htm
ultima consultazione 5 febbraio 2007.
14 Ackroyd, London, the Biography, p.179.
15 Picard, Dr
Johnson's London. Everyday Life in London 1740-1770,
pp. 246-247.
16 www.vauxhallsociety.org.uk/VauxhallGdns.html ultima consultazione 5 febbraio 2007.
17 Burney, Evelina, 2000b, nota 193, pp. 439-440.
18 www.vauxhallsociety.org.uk/VauxhallGdns.html
19 www.vauxhallandkennington.org.uk/sgdetail.shtm
20 www.vauxhallgardens.com/vauxhall_gardens_briefhistory_page.html
21 Picard, Dr Johnson's London. Everyday Life in London 1740-1770, p. 247.
22 Picard, Dr Johnson's London. Everyday Life in London 1740-1770, p. 245.
23 Altick, The Shows of London, p. 95.
24 Burney, Evelina, 2000b, nota 193, pp. 439-440.