Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2067/2903
Title: Tra Italia e Inghilterra nel Medioevo: storie di codici e di uomini giunti da Oltremanica tra i secoli 12. e 14.
Other Titles: Between Italy and England: stories of men and manuscripts from over the Channel (12th -14th century)
Authors: Rapone, Costanza
Keywords: Manoscritti inglesi;Miniatura medievale;Arte inglese in Italia;English manuscripts in Italy;Medieval illumination;12th century;13th century;14th century;L-ART/01
Issue Date: 16-Jun-2014
Publisher: Università degli studi della Tuscia - Viterbo
Series/Report no.: Tesi di dottorato di ricerca. 26. ciclo
Abstract: 
Fonti letterarie e documentarie, testimonianze archeologiche, immagini dipinte, incise o scolpite, sono quanto oggi sopravvive di un medioevo di instancabili viaggiatori, uomini e donne sospinti dalle più diverse ragioni a attraversare e valicare i confini della propria terra di origine. Tra il secolo XII e il XIV artisti, studenti, professori, membri della curia, principi e signori assursero al ruolo di principali tramiti tra l’Inghilterra e l’Italia.
Ricostruire la storia di un gruppo di manoscritti tanto eterogeneo, come si è rivelato quello dei codici inglesi giunti in Italia tra il secolo XII e la prima metà del XIV, induce a riflettere sia su quali fossero i centri scrittori e le regioni dalle quali furono esportati i manoscritti, sia sulle congiunture storiche, politiche e culturali che determinarono le aree di arrivo e di sedimentazione. Individuare i luoghi della ricerca si presenta un compito difficile in un panorama politico composito e in progressiva definizione come quello dell'Italia tra il secolo XII e la prima metà del XIV, con una marcata tendenza policentrica; riflesso di ciò è la notevole frammentazione del materiale manoscritto che ancora oggi, nonostante i raggruppamenti occorsi in epoca moderna a seguito delle soppressioni degli Ordini, si osserva in Italia, secondo un panorama cristallizzatosi essenzialmente tra il settimo e l'ottavo decennio del secolo XIX, quando molti manoscritti confluirono verso le maggiori biblioteche statali. Sondare i profili dei protagonisti della peregrinatio e le ragioni che li spingevano a intraprendere lunghi e pericolosi spostamenti si rivela, al contrario, la giusta chiave per comprendere quali centri costituirono importanti poli di attrazione per una comunità proveniente dal nord dell’Europa: uno sguardo alla “mappa” della presenza inglese in Italia consente di concludere che le testimonianze più significative, non solo in considerazione della sedimentazione dei manoscritti, ma anche della presenza di uomini e donne di origine inglese, di professori, studenti, mercanti o artigiani si sono concentrate a Bologna, a Padova, a Firenze, naturalmente ad Assisi, a Palermo e nell'area piemontese.
Nella valutazione degli apporti del romanico e del gotico europei alla miniatura italiana, infine, la rilettura dei numerosi episodi di relazioni artistiche tra il nord e il sud dell’Europa consente di mettere a fuoco una diffusione policentrica delle novità che giungevano dall’Inghilterra e dalla Francia, secondo canali distinti e con esiti diversi da centro a centro, al punto che ogni realtà, sia essa definita da parametri geografici, criteri storico-politici o vincoli di committenza, illustra di volta in volta un aspetto diverso dell’inerenza della cultura figurativa oltremontana.
Description: 
Dottorato di ricerca in Memoria e materia dell'opera d'arte attraverso i processi di produzione, storicizzazione, conservazione, musealizzazione.
URI: http://hdl.handle.net/2067/2903
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