Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2067/2723
Title: Public art. Teorie e prassi, tra riflessioni critiche e riqualificazioni urbane. Casi studio europei
Other Titles: Public art. Theories and practice, between critical analysis and urban regeneration. European case studies
Authors: Federici, Elena
Keywords: Arte pubblica;Riqualificazione urbana;Spazio pubblico;Public art;Regeneration art;Place making;Urban requalification;L-ART/03
Issue Date: 19-Jun-2013
Publisher: Università degli studi della Tuscia - Viterbo
Series/Report no.: Tesi di dottorato 24. ciclo
Abstract: 
Il lavoro di ricerca, condotto in un intreccio serrato tra teoria e prassi che si è voluto evidenziare
fin dalla scelta del titolo, si rivolge al complesso ed ampio fenomeno della Public art nell’intento
di precisarne i contorni all’interno del più ampio orizzonte dell’arte contemporanea degli ultimi
due decenni, di cui costituisce uno dei fenomeni maggiormente vitali. Le contemporanee forme
artistiche, con l’inclusione di interventi che vedono in essere pratiche che esulano dai tradizionali
spazi deputati, si sono fatte contaminazione, abbandonando quel solipsismo che per troppo
tempo l’arte si è tenuta addosso. I confini tra spazio pubblico, vita quotidiana e fare artistico
sono divenuti sempre più labili, infranti dal superamento dell’idea di arte come ‘separazione’,
con conseguenti cambiamenti in atto che hanno portato l’arte a legarsi sempre di più al concetto
di riqualificazione urbana. Essa ha così cercato di riciclare quel “terzo paesaggio”1 fatto di vuoti
urbani privi di identità, costituendo supporto e corollario per investitori pubblici e privati o per
semplici cittadini, che si sono ritrovati ad operare in periferie e luoghi dismessi, di colpo divenuti
occasione storica di trasformazione concreta2. In questa sede è stata quindi lasciata da parte
l’arte pubblica nella sua accezione più glamour, di arte da collocare in spazi sviluppati e già
profondamente connotati (arte pubblica come dispositivo di carattere estetico) considerandola
nella sua valenza sociale, etica, di arte relazionale che viaggia nel sommerso, pratica i territori
della residualità, gli interstizi, si muove lungo i limiti, allontanandola da quella dimensione
estetica che la riporterebbe nell’ambito dell’urban forniture e del monumento.
Partendo da una riflessione su come sia cambiata la città (indefinibile e impraticabile metafora
del tempo presente), si constata che la diffusione dell’arte pubblica, con le sue pratiche site
specific, sia andata di pari passo con la perdita di senso e di segno del territorio e del palinsesto
città. In questo contesto l’arte non solo è processo, ma innesca processi in luoghi altri, irrituali,
dai centri storici alla periferia fino agli spazi interstiziali (quelli abbandonati, dimenticati, desolati)
e l’artista produce oper-azioni tra estetica ed etica, mentre il pubblico non solo è partecipe, ma
perfino coautore di tali processi. Contemporaneamente, con uno sguardo storico, viene
ripercorsa l’evoluzione del significato di Public Art dagli anni ’70 ad oggi, restituendone tutta la
complessità attraverso un’analisi del pensiero critico espresso da autori internazionali di tante e
diverse discipline (dalla sociologia, alla geografia, all’urbanistica, all’architettura, alla legislazione)
interconnesse a questo particolare fenomeno artistico. Dopo aver colto le dimensioni in cui
l’arte pubblica si manifesta, l’indagine si concentra sulla dimensione etico-sociale di
rigenerazione urbana della Public Art, sia attraverso una riflessione sul ruolo dell’arte in questo
1 G. Clement, Il manifesto del Terzo paesaggio, Quodlibet, Macerata 2005.
2 Cfr. V. Gregotti, Editoriale, “Rassegna”, 42, 1990, numero monografico su “I territori abbandonati”.
contesto, sia attraverso un serrato confronto tra alcuni casi studio europei (in Italia, Germania,
Olanda, Svezia, Francia, Inghilterra, Spagna, Danimarca), casi che restituiscono un panorama
diversificato, ma per certi versi attraversato da linee comuni. Dopo aver dato conto di quella
legislazione che regola la commissione di un’opera d’arte pubblica a livello italiano ed europeo,
messa a confronto con disposizioni e regolamenti statunitensi, il lavoro si conclude con
significative interviste ad artisti e ad addetti ai lavori.

Public art. Theories and practice, between critical analysis and urban regeneration. European case studies.
The research, that mingles both theory and practice, as the title itself underlines, deals with the wide
and complex phenomenon of Public art in order to define its boundaries within the wider horizon of
contemporary art (of which it is one of the most vital phenomena), during the last two decades. The
contemporary forms of art, with actions that go beyond the traditional delegated spaces, have
abandoned the solipsism that has characterized art for a long time. The boundaries between public
space, daily life and art have become increasingly fragile, overtaking the concept of art as “separation”,
and creating new stronger connections between art and urban re-qualification. The idea of “third
landscape”1, made of empty urban spaces with no identity, has been recycled and became the support
for public and private investors to operate in suburbs and dismissed areas that offered a chance for a
tangible transformation2. Thus the glamorous connotation of public art (art as an aesthetic device) has
been put aside to enhance its social value, its ethic and its capability to move along the boarders and the
interstices, far from the concepts of urban furniture and monument. Starting with considerations about
the changes in the city (seen as a metaphor of the present), it is observed that the diffusion of public
art, with its site-specific practices, has followed the loss of meaning of the territory and the city scene.
In this context art is not just process itself, but it activates different processes in diverse and non-ritual
places, from the inner city to the suburbs and desolated, abandoned and forgotten areas; the artist
produces actions between aesthetics and ethics and the public is not only participating, but even the coauthor
of such processes. At the same time, the evolution of Public art meaning is investigated through
an historical overview from the Seventies until nowadays, through an analysis of the critical thought
expressed by international authors involved in several disciplines (from sociology to geography,
architecture, city planning, legislation) connected to this particular art phenomenon. After describing
the dimensions in which public art reveals itself, the research focuses on the ethical-social aspects of
urban regeneration of public art, both reflecting on the art’s role in this context, and through a dense
debate between different European case studies (in Italy, Germany, Holland, Sweden, France, England,
Spain, Denmark). Analyses about the legislation that governs the commission of public artworks in
Italy and Europe have been also carried out, comparing them with American regulations and
dispositions; the project ends with significant interviews to artists and experts of the field.
1 G. Clement, Il manifesto del Terzo paesaggio, Quodlibet, Macerata 2005.
2 Cfr. V. Gregotti, Editoriale, “Rassegna”, 42, 1990, numero monografico su “I territori abbandonati”.
Description: 
Dottorato di ricerca in Memoria e materia delle opere d'arte attraverso i processi di produzione, storicizzazione, conservazione, musealizzazione
URI: http://hdl.handle.net/2067/2723
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