Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/2067/1985
Titolo: Studio del popolamento mesozooplanctonico marino costiero per la ricerca di nuovi indicatori ambientali
Autori: Aguzzi, Laura
Parole chiave: Mesozooplancton;Acque marino costiere;Indicatori ambientali;Monitoraggio;BIO/07
Data pubblicazione: 7-mar-2008
Editore: Università degli studi della Tuscia - Viterbo
Serie/Fascicolo n.: Tesi di dottorato di ricerca 20. ciclo
Abstract: 
Lo studio riguarda l’analisi della componente mesozooplanctonica campionata
dall’Arpalazio (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio) lungo le
coste laziali da agosto 2001 a gennaio 2007 in 6 aree di indagine (5 “critiche” ed 1 di
“controllo”), nell’ambito della convenzione siglata dalla Regione con il Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per la attuazione del Programma
di monitoraggio dell’ambiente marino costiero 2001-2007.
Questo lavoro nasce dall’esigenza di predisporre un quadro sintetico della struttura e la
dinamica del popolamento mesozooplanctonico marino costiero del Lazio, sulla base di
dati raccolti in un periodo temporale non tanto lungo da poter considerare le serie
disponibili come storiche, ma quanto basta per riuscire a definire la fisionomia attuale
della comunità. Una serie di sette anni è insufficiente a spiegare i trend a lungo termine
della struttura di comunità legati a fenomeni climatici, essa può fornire indicazioni sulla
ricorrenza di pattern e sulla manifestazione di eventi singolari, nonché evidenziare
cambiamenti ambientali legati a modificazioni antropiche.
Tra gli obiettivi del lavoro vi è anche quello di individuare le risposte della comunità alle
diverse situazioni locali lungo una di fascia costiera contrassegnata sia da aree
sottoposte a forti impatti antropici (foci dei fiumi), sia aree caratterizzati da elevati gradi
di naturalità. Gli effetti locali degli input di acque dolci come pure gli impatti
antropogenici possono avere una forte influenza sulle dinamiche interannuali e sulla
distribuzione delle comunità zooplanctoniche.
L’approccio di analisi si basa sulla ricerca di pattern tra le variabili biologiche che
possano essere interpretati in termini di particolare situazione ambientale senza
ricorrere alle relazioni con le variabili fisico-chimiche, ovvero, lasciare alle specie la
opportunità di raccontarci la loro storia.
Le 5 stazioni di campionamento zooplanctonico definite come “critiche” sono collocate
alla distanza di 500 metri dalla costa, su una batimetria compresa tra 5 e 10 metri. Foce
Marta (VTA), Fiumicino (RMC), Rio Martino (LTD) si trovano rispettivamente in
corrispondenza della foci dei fiumi Marta, Tevere e del canale di Rio Martino; Monte
d’Argento (LTE) è posizionata di fronte all’omonimo promontorio nel Golfo di Gaeta, ma
risente parzialmente dell’influenza del fiume Garigliano; la stazione di “bianco” Zannone
(LTF) è dislocata sulla parte sud-orientale dell’omonima isola, a circa 100 metri dalla
costa. Lo studio ha riguardato in totale l’analisi di 613 campioni prelevati nelle 6 stazioni
con frequenza quindicinale, quando possibile, da agosto 2001 a gennaio 2007, con una
interruzione di tre mesi nel 2006, da aprile alla prima metà di luglio.
La classificazione degli organismi è stata eseguita a livello di specie per i gruppi dei
Copepodi e dei Cladoceri, a livelli tassonomici superiori per il resto dell’oloplancton. Il
meroplancton è stato identificato a livello di grandi gruppi come stadi larvali
indeterminati. Sono state ritrovate 82 specie di Copepodi e 4 di Cladoceri (Podon
polyphemoides, Penilia avirostris, Evadne tergestina ed Evadne spinifera ). I Copepodi
risultano in gruppo dominante nella maggior parte delle stazioni, tranne a Ladispoli dove
il contributo percentuale è poco al di sotto del 50%. Poche specie di Copepodi sono
quantitativamente responsabili di larga parte del popolamento: Paracalanus parvus
Oithona nana, Centropages ponticus, Acartia clausi, Euterpina acutifrons, Acartia
discaudata var. mediterranea e Oithona similis, costituiscono il 90% del totale adulti,
rappresentando un ruolo chiave nella struttura del popolamento.
La successione stagionale delle densità medie del popolamento totale, calcolate su
tutte le stazioni, evidenzia due incrementi principali, uno ad inizio-primavera, più
spiccato, e con valori assoluti maggiori, l’altro tardo-estivo autunnale caratterizzato da
una maggiore ampiezza e diversità tassonomica.
L’andamento medio delle densità zooplanctoniche nelle sei serie è caratterizzato da
una chiara ciclicità stagionale, pattern manifestato anche dall’andamento delle
coordinata dei campioni prelevati nei 6 siti sul primo e secondo asse dell’Analisi delle
Corrispondenze (CA). La regolarità del segnale stagionale è stata testata per ogni serie
mediante l’autocorrelazione di rango a 12 mesi della coordinata dei campioni sul primo
asse della CA utilizzando i coefficienti Spearman e Kendall. Il segnale di stagionalità
delle diverse serie è stato ulteriormente verificato mediante il test di Mantel.
Per ogni serie sono stati inoltre eseguiti Runs Test sulle singole specie ritrovate, per
valutare il grado di casualità della loro presenza nelle diverse serie. La maggior parte
delle specie risultate significative (p< 0,01), mostrano un pattern di alternanza
presenza-assenza legato alla stagionalità. Una classificazione condotta mediante
clustering gerarchico ha identificato per ogni sito gruppi di campioni separati
principalmente sulla base del fattore stagionale e successivamente è stata effettuata
una caratterizzazione per ognuno di essi in base delle associazioni di specie che lo
distinguono. Un’Indicator Species Analysis è stata utilizzata sia per individuare i taxa più
caratterizzanti dei gruppi definiti all’interno delle serie, sia per confrontare le diverse
serie tra loro. Sono stati, quindi, definiti gruppi di specie caratteristiche per i singoli siti e
all’interno di essi, le specie più rappresentative nei diversi periodi dell’anno.
I risultati ottenuti dal confronto tra i dati di zooplancton e la classificazione CAM
evidenziano, inoltre, una coerenza tra i due parametri, sottintendendo un possibile ruolo
da parte delle specie zooplanctoniche a discriminare tra i diversi stati di qualità
ambientale delle acque marine costiere.
L’applicazione delle tecniche statistiche ha permesso la ricerca di pattern nella struttura
delle diverse comunità analizzate in rapporto alle particolari situazioni ambientali,
consentendo, inoltre, di inferire le proprietà fisico-chimiche dell’ambiente in base alle
modalità di distribuzione delle specie nello spazio e nel tempo.
L’insieme dei risultati ottenuti dalle diverse analisi ha consentito di definire i taxa più
rappresentativi delle successioni stagionali nelle diverse stazioni durante il periodo
esaminato ed ha evidenziato l’esistenza di differenze fra i siti.
La regolarità di fondo che caratterizza le serie analizzate e la possibilità di riconosce dei
gruppi caratteristici delle diverse situazioni ambientali testimonia l’importanza dello
studio di queste componenti dell’ecosistema marino ai fini dell’identificazione di
eventuali perturbazioni, sia di natura temporanea, sia di ungo termine dell’ecosistema
marino costiero
Lo zooplancton, quindi, ancora di più di altri elementi già oggetto di indagine, dovrebbe
essere regolarmente ed adeguatamente monitorato, sia per il suo ruolo nel sistema
ecologico, sia per il tipo di risposta che offre alle diverse situazioni ambientali.

This study focussed on the structure and spatio-temporal dynamics of
mesozooplanktonic marine populations collected over six years (2001-2007) along the
coast of the Latium region (middle Tyrrhenian Sea, Mediterranean Sea).
Five sampling sites plus one reference site were chosen as a part of a national
monitoring program (funded by Ministry of Environment and the Regional Agency for
Environmental Protection, ARPALazio). The aim of this program was to determine the
spatial distribution, seasonal patterns and inter-annual variability zooplankton of Italian
coastal waters. These characteristics of zooplankton populations normally require longterm
time series data, however, there are statistical methods that can be applied to
limited datasets that can highlight recurrent patterns and dominant taxa. The ultimate
goal of the project was to determine the response of zooplankton population dynamics
to changing environmental conditions and to assess their potential use as bioindicators.
Taxonomical analysis was performed on more than 600 samples collected every two
weeks. This analysis resulted in a list of 82 copepods and 4 cladoceran taxa (adult
specimens) within the study area. Copepods normally dominated during the study
period, with seven species comprising around 90% of the total adult assemblage
(Paracalanus parvus Oithona nana, Centropages ponticus, Acartia clausi, Euterpina
acutifrons, Acartia discaudata var. mediterranea and Oithona similis.
The seasonal cycle of averaged density values at community level showed two peaks.
The first peak (short duration, high maximum biomass) which occurred in April was
mostly composed of copepods. The second peak (long duration, lower maximum
biomass) which occurred in late-summer to early-autumn was initially dominated by
cladocerans followed by a shift in dominance to copepods in autumn.
Statistical analyses, including correspondence analysis, rank autocorrelation on 12
months with Spearman and Kendall coefficients and Mantel test were applied to the raw
data set from each station, each confirming the occurrence of temporal patterns.
Both Runs tests and Indicator Species Analyses indicated the existence of “species
assemblages”, groupings of taxa distinct to the different sites and to different periods
within the same site. Comparisons between the zooplankton community and water
quality parameters (CAM) showed a significant relationship highlighting a possible role
of zooplankton assemblages as bioindicators of coastal marine water quality.
Acknowledgments: 
Dottorato di ricerca in Ecologia e gestione delle risorse biologiche
URI: http://hdl.handle.net/2067/1985
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